PAESAGGI SOCIALMENTE UTILI

Nuovi condensatori sociali per azioni collaborative

La ricerca Paesaggi socialmente utili muove dalla costante crescita di nuove domande rivolte al settore dei servizi socio-assistenziali, in rapporto a fenomeni quali l’invecchiamento della popolazione, o ageing society, nuove forme di povertà, di emarginazione e di dipendenza (disoccupati, padri separati, immigrati, ex-carcerati, ecc.). 

L’ipotesi di fondo è che non si sopravvive al disagio senza aspirazione al futuro, ma il presupposto per poter  reagire è la conquista di qualche competenza, o abilità. 

In questo quadro il progetto è inteso come intreccio e dialogo tra politiche e azioni collaborative capaci di apprendere, e quindi di evolvere. 

L’ipotesi di progetto è che le strutture dedicate all’accoglienza di soggetti fragili, in stato (anche temporaneo) di difficoltà, o impegnate in percorsi di riabilitazione, non debbano più essere considerate spazi chiusi o isolati, ma veri e propri “condensatori di socialità”, spazi di incontro e di dialogo dove coltivare nuove forme di solidarietà, economie innovative e spazi resilienti, generando nuovi paesaggi socialmente utili, che nell’area romana sono inscindibili dall’immenso patrimonio paesaggistico e ambientale.

  • Location

    Roma

  • Anno

    2012 - 2014

  • Crediti

    Ricerca DiAP, Dipartimento di Architettura e Progetto di Sapienza svolta per Regione Lazio, Dipartimento Programmazione economica e sociale, Direzione regionale politiche sociali Responsabile scientifico: Lucina Caravaggi Coordinamento operativo: Cristina Imbroglini Con Mauro Brienza, Pietro Pedercini, Luca Tentori Fotografie: © Alessandro Cimmino

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