La sistemazione ambientale e paesaggistica della centrale Bagnore 3 ha rappresentato una vera e propria occasione di sperimentazione sul tema del progetto di mitigazione degli impatti visivi connessi all’inserimento di grandi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili in contesti di alta rilevanza paesaggistica.
Attraverso la messa a punto del progetto, sviluppato quando la realizzazione degli edifici e delle infrastrutture tecnologiche era già in corso, sono stati affermati nuovi significati, da sostituire con quelli più tradizionali della “schermatura” e della “qualificazione ambientale e architettonica”:
- significati di rigenerazione ambientale, rivolti ai suoli intorno alla centrale, aridi per l’effetto dei drenaggi permanenti e di un lungo e stressante cantiere, ma rivolti anche all’intero versante collinare in stato di abbandono, con dissesti idrogeologici e suoli impoveriti dal pascolo eccessivo e dal dilavamento. Il progetto di ri-configurazione morfologica ha concepito una ri-modulazione delle quote dei piazzali secondari attraverso la realizzazione di piani lievemente sfalsati che assecondano la pendenza del versante; molti spazi di risulta, esito tipico di una progettazione “standardizzata”, sono stati eliminati; l’ingresso e la strada di accesso alla centrale sono stati progettati ex-novo. Il tutto evitando sbancamenti paesisticamente insostenibili e imponendo una attenta riconsiderazione dei complessi vincoli costruttivi della centrale (soprattutto in termini di sicurezza).
- significati di rilettura delle trame del paesaggio intorno alla centrale, ancora leggibili nella maglia tipica dei territori a pascolo, formata da corsi d’acqua e partizioni arboree-arbustive trasversali (con prevalenza di specie spinose), lungo le rotture di pendenza. La vegetazione igrofila prevista dal progetto appare oggi rigogliosa, i corsi d’acqua stabili con i muri di pietra che ne proteggono le sponde, e le popolazioni animali reinsediate lungo i sieponi trasversali di recente impianto.
- significati connessi ai diritti del progetto di paesaggio contemporaneo, in questo caso il paesaggio della geotermia sostenibile, che non dovrebbe più essere nascosto o camuffato, ma mostrato con fierezza. E’ questo che suggeriscono alcune immagini della centrale in cui i grandi tubi che trasportano vapore convivono con i vecchi ciliegi e con le nuove formazioni erbacee, così come i drenaggi profondi che garantiscono stabilità al versante mostrano i loro nuovi andamenti geometrici, incoraggiando la percezione di un paesaggio davvero naturale, ma interamente costruito.